Just Music Makers finalmente ritorna.

Ci abbiamo messo un po’, ma speriamo l’attesa non sia stata vana.

Mercoledì 23 Giugno, al Cortile della Farmacia (presso il Museo di Scienze Naturali di via Giolitti 36, Torino) presentiamo due artisti inglesi alla loro prima esibizione italiana.

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Emile Facey aka Plant43

/ Plant43

Emile Facey, in arte Plant43, è un artista dal suono unico e riconoscibile.

Legato alla tradizione Electro ma capace di proiezioni in universi sonori personali e futuristici, il suo live è una vera sintesi sonora ed emotiva di quello che sono state la scuola Warp e la Techno/Electro Detroitiana.

Co-fondatore della serata Bleep43 di base ai Corsica Studios di Londra (che ha ospitato, tra gli altri, Surgeon, Omar-S, DJ Stingray, I-F, Convextion), è stato catturato su disco da etichette di culto come Ai RecordsSemanticaCultivated Electronics, realizzando centellinate quanto apprezzate release. Sta preparando il suo nuovo LP che uscirà su Ai Records a breve.

“This is quality electronic music here, a pristine detailed take on melodic electro” - Warp Records

http://www.myspace.com/plant43

http://www.bleep43.com/

Jo Johnson

/ Jo Johnson

Jo Johnson, anche lei londinese, è portatrice di un suono lirico e profondo, sospeso tra ipnotismi melodici minimali e ampi respiri armonici, dal grande impatto estetico ed emotivo.

Appartenente al collettivo di Bleep43, si è esibita di recente al Bloc Weekend e ai Corsica Studios nella serata che ha visto Derrick May tra i suoi ospiti.

Al momento sta lavorando al suo primo LP, che uscirà su cassetta per Further Records.

http://www.myspace.com/werkhouse

http://www.bleep43.com/

A fare gli onori di casa ci penseremo io (passEnger) e xluve, dapprima con un aperitivo sonorizzato nelle vesti di Los Afrobulos Eletricos, quindi con un mini live studiato per l’occasione.

Ci affiancherà Branda J in dj set, con selezioni dai terreni di confine che uniscono nuova elettronica e indie digitale, old school rap e abstract hiphop.

http://www.justmusicmakers.com/

http://www.myspace.com/passenger313

http://www.myspace.com/xluve

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Programma:

19:00 /// Los Afrobulos Eletricos / Dj Set / Aperitivo

21:00 /// Branda J / Dj Set

22:00 /// Just Music Makers / Audio-video Live Sets

- passEnger + xluve / Live

- Jo Johnson / Live

- Plant43 / Live

01:00 /// Branda J + passEnger + xluve / Dj Set

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Sabato 15 Maggio si terrà a Torino la serata “Le Nuove Frontiere Della Musica Elettronica“.

Organizzata dalla netlabel Chew-Z e presentata all’interno della rassegna “BÎJA / Sounds of Impermanence”,  questa serata di musica elettronica avanzata vedrà succedersi alcuni live di artisti dell’etichetta stessa. Abbiamo incontrato Fabio Battistetti, co-fondatore (insieme a Daniele Pagliero) della netlabel, per conoscere meglio le sue attività e l’iniziativa.

Fabio è una di quelle personalità trasversali e attive in svariati campi della cultura e produzione musicale ma contemporaneamente defilate dai palcoscenici consolidati. Di base a Torino, è produttore e sperimentatore nel campo della musica elettronica dalla fine dei ’90, dj e conduttore radiofonico, studioso e divulgatore dei nuovi sviluppi della produzione e distribuzione musicale legata ad Internet.

Abbiamo aprofittato della chiacchierata anche per parlare del suo nuovo album “Unknown Language“, uscito a nome Eniac, il suo alter ego nelle produzione e performance musicali.

Ciao Fabio, abbiamo molte cose di cui parlare: il tuo nuovo album, la Chew-Z che si avvicina alla ventesima release e la serata di sabato 15 Maggio insieme ad una nutrita schiera di artisti della Chew-Z stessa. Iniziamo dal tuo disco, parlaci di “Unknown Language”.

Il disco rappresenta il mio lavoro di ricerca nella musica elettronica che comunica un’emozione: musicalmente è molto vario e raccoglie proprio questa mia ricerca sonora iniziata poco dopo l’uscita di The Wagon che aveva un concept preciso e uno stile ben definito.

– Eniac – Ligneo (da “The Wagon”, Chew-Z, 2007) –

Una volta finita la produzione delle tracce, pensavo di mandare un promo in giro per collaborare con qualche etichetta esterna, ma alla fine ho optato per far da me tramite Chew-Z avendo a disposizioni tutti gli strumenti per giungere al medesimo risultato, distribuzione a parte, dato che Chew-Z distribuisce solo su Internet.

Per me, Unknown Language è mettere un punto e andare a capo, perché d’ora in poi la mia produzione musicale si articolerà in altri campi sonori, il lavoro fatto andava documentato nel migliore dei modi e il disco ne è il risultato.

I suoni che usi sono spesso distanti dal sintetico puro, o comunque non spesso riconducibili facilmente ad esso. Cosa usi per produrre?

Faccio parte di quelli della “computer music” anche se non mi sento parte di nessun gruppo o stile… il laptop e il software sono i miei strumenti, ma le fonti sonore derivano quasi esclusivamente da campionature con microfoni esterni. Nell’ultimo anno mi sono avvicinato all’uso del midi e ad un’approccio più “tradizionale” nell’uso dei software, perché la mia natura mi porta a farne un uso non convenzionale che rimanda alla musica generativa o all’uso dell’errore. In mezzo a tutto ciò c’è la ricerca sonora orientata al suono degli oggetti e di elementi del tutto naturali.

– Eniac – Tag Cloud (da “Unknown Language”, Chew-Z, 2010) –

Da quando ti conosco artisticamente, ho sempre apprezzato il tuo modo, personale e forse intransigente di approcciarti alla sperimentazione con la materia sonora.Cosa ispira il tuo metterti al lavoro e cosa guida la tua composizione?

Parafrasando un vecchio spot automobilistico, “ci guida la passione”! Oltre a questo c’è la mia curiosità nella possibilità di ascoltare nuove alchimie sonore. Parto da un’approccio poco musicale, non ho una formazione tale e non so leggere un pentagramma, ma quello che mi permette di esprimermi musicalmente è la voglia di creare che supera quasi ogni limite tecnico, in questo mi ha aiutato la mia “formazione” nel do it yourself.

Sei sempre stato interessato e legato al mondo della musica elettronica o arrivi da altre esperienze?

Ho una formazione rock, o meglio punk… sui banchi di scuola iniziai ad interessarmi a radio, fanzine e musiche rumorose; l’approdo all’elettronica fu una conseguenza della ricerca di musiche rumorose, intesa come la roba industriale anni ’90. Un momento cardine credo sia stato il concerto del 1995 in piazza San Carlo degli Orbital: il che mi ha portato tuttora ad avere un gran rispetto per la scena 90′s inglese, dalla acid al breakbeat passando per New order e Manchester.

Le esperienze passate si rivelano un po’ nel modo in cui produco e tuttora parte delle influenze arriva da formazioni chitarristiche.

Sei molto attivo dal vivo, con diversi progetti/formazioni. Mi aveva molto colpito, ad esempio, il progetto di Into The Wood. Che rapporto hai con i live set e cosa ti permettono di esprimere?

Iniziai a fare musica con l’obbiettivo di fare performance, ma per i limiti tecnici che avevo sviluppai il mio percorso soprattutto nella produzione, solo negli ultimi anni ho raggiunto le capacità per esprimermi in progetti performativi e di conseguenza sono arrivati i progetti di Into The Wood e a suo modo di B-Light. In generale quando produco un brano, lo creo nell’ottica che lo suonerò dal vivo e per me ciò vuol dire suonarne ogni parte e non mandarlo in play e regolare pitch ed equalizzazione: ciò è dovuto al fatto che quando suono dal vivo tendo ad essere un performer. Into The Wood è ora un progetto in maturazione e sul quale verterà molto del mio futuro musicale.

- Eniac | Into The Wood  – Live @ EVA, 2009 –

Chew-Z: una label dalle molteplici identità, ma spesso un’unico obiettivo: ricercare il personale e il poco classificabile. Parlaci di come vivi l’etichetta e dei risultati raggiunti, di quello che ti ha dato (e non ti ha dato) e quello che vorresti.

E’ un momento topico per Chew-Z. Siamo in fase di transizione tra l’essere una netlabel e un qualcos’altro che si addica più al nostro modo di intendere la produzione e distribuzione musicale. Hai ragione nel dire che abbiamo una nostra ricerca personale nelle musiche che pubblichiamo che si basa sulle affinità musicali tra me e Daniele, con l’obbiettivo sempre presente di portare alla luce musiche e musicisti che meritano e che da soli farebbero fatica a trovare una via per diffondere il proprio lavoro. Gestire Chew-Z comporta parecchio impegno che non sempre possiamo garantire perché questa non è la nostra primaria attività, di conseguenza ci sono molte cose da migliorare e molte che vorremmo, ma non ci mettiamo fretta perché i dischi che stiamo pubblicando sono i risultati migliori che possiamo avere. Stiamo cercando di evolverci dall’essere una mera netlabel, verso una sorta di broadcaster di musiche elettroniche sperimentali e al tempo stesso stiamo cercando di curare anche dei buoni prodotti, andando a stampare i dischi in edizioni in digipack.

Descrivici due artisti Chew-Z: il più pazzo e ispirato, e il più lucido e forward thinking, secondo te.

Yorgl è tra i più ispirati e pazzi, considerando che per lavoro passa buona parte del suo tempo di fronte ad un computer, ma non per suonare, poi lo vedi dal vivo e senti che suoni e ritmiche tira fuori!

Sull’altro versante citerei la sensibilità di Paul Beauchamp e la lucidità dei Riga sia in quello che producono in studio che dal vivo: stanno finendo l’album e non abbiamo dubbi che sia una bomba.

Sabato 15 Chew-z presenterà i live di alcuni degli artisti Chew-Z. Come e perché è nata la serata e a cosa assisteremo?

L’idea è nata dalla collaborazione con Fabrizio Modonese Palumbo che dirige gli eventi di Bija Sounds Of Impermanence, noi abbiamo colto l’occasione per presentare i nostri migliori artisti per quanto riguarda l’esibizione dal vivo sommandoci un’intervento site specific vista la location: un ex cimitero, così che uno degli interventi visuali sarà mirato a questo tema. Ospitiamo anche per la prima volta a Torino Tobor Experiment e Con_cetta, due sound designer e menti lungimiranti nell’ambito della ridefinizione della musica elettronica, oltre che musicisti da noi stimati. La summa di tutto è la visione che Chew-Z ha al riguardo della musica elettronica dal vivo, dove la proposta artistica dei musicisti è centrale e l’evento è fatto per ritrovarsi tutti assieme in un luogo ad ascoltare.

Da persona attiva nel mondo delle netlabel e più in generale della musica elettronica, come vivi il momento particolare in cui stai operando?

Le mie lenti in questo momento non sono così pulite, nell’ultimo anno mi sono dedicato prevalentemente allo sviluppo dei miei progetti musicali, ho terminato di collaborare con Radio Flash sul programma dedicato al Netaudio e ho ripreso ad acquistare molti dischi ma d’annata; ciò si traduce nell’aver notato che ci sono molte dinamiche in movimento: le netlabel hanno messo in chiaro che non sono processi fini a se stessi, ma solo dei passaggi, e in questo anno molte si sono evolute in altre forme. C’è stata una grossa sovraesposizione di producer e dj negli ultimi anni perché oggi tutti possiamo essere star e va benissimo, ma ciò comporta l’innalzamento delle liste di collocamento… di conseguenza chi è in grado di riconoscere e mettere in vista le proprie peculiarità e qualità ce la fa. Insomma, è un periodo transitorio e indubbiamente positivo per le ragioni di cui sopra, ma ahinoi l’altra parte della medaglia parla del fatto che camparci è sempre più arduo e ciò in un’ottica di lungo termine non è un buon segnale.

Parlando del pubblico: cosa sta cambiando nell’educazione alla musica e al rapporto che ha il pubblico con essa?

Siamo nell’era di Internet (che banalità…): l’autoformazione è a portata di tutti, l’educazione è un’altra cosa e ho la sensazione che stia sparendo. Ho avuto modo di relazionarmi, durante un’esibizione di Into The Wood con gli studenti di una scuola magistrale: a vedermi con in mano un pezzo di legno non sapevano che stessi facendo, quando gli ho raccontato quel che combino con il legno, cioè che lo faccio suonare, li ho illuminati. Le nuove generazioni hanno a disposizione i mezzi, ma hanno bisogno di un’educazione all’uso e alla conoscenza.

“Le nuove generazioni hanno a disposizione i mezzi, ma hanno bisogno di un’educazione all’uso e alla conoscenza”

La musica può dare da vivere oggi? Hai un altro lavoro oltre alle attività artistiche e musicali?

Io, faccio un altro mestiere, faccio musica per vocazione e ci sono arrivato tardi: in questo momento cultura ed intrattenimento hanno un valore molto basso nei principi sociali del posto in cui viviamo, di conseguenze sono poche le strutture di supporto che possono aiutare chi voglia fare il musicista “non convenzionale”.

In generale miro a costruirmi una situazione in cui la mia vocazione possa darmi un qualcosa in più…

Perchè fai musica?

Per passione e vocazione; è il mio modo più completo di esprimermi.

Chi è il Music Maker oggi?

Credo possa essere chi si è riconosciuto nelle mie risposte, penso che siano in tanti ma non ci diamo il giusto valore perché una parte abbastanza grossa del nostro tempo dobbiamo dedicarla a far capire agli altri che siamo dei musicisti…

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Link:

Eniac | Myspace

Chew-Z | webpage

Chew-Z | le nuove frontiere della musica elettronica.

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Nuovo mixato sulla mia pagina di Cratedigga!

Ho cercato e trovato un bel po’ di dischi ultimamente, soprattutto in area Boogie ed Electro-funk, un suono che mi interessa molto.

All’inizio degli anni ’80, mentre la Disco affrontava l’ormai popolare ed inevitabile declino, nuovi sottogeneri post-disco stavano fiorendo.

Boogie, Disco Funk, Electro-funk, prendevano alcuni elementi dall’ormai codificata formula della Disco anni ’70 e li rimodellavano aggiungendo i primi sintentizzatori e drum machine disponibili (e abbordabili) in commercio.

Questa nuova formula fatta di mid-tempo, linee di basso grasse e funky, elementi elettronici e persistenti voci soul stava andando in una direzione diversa rispetto al contemporaneo sviluppo dell’Italo Disco, con la sua esasperzione del lato elettronico.

Il Boogie si modificherà in seguito in Electro dando vita ai primi esperimenti Hip Hop. E, insieme all’Italo, al P-Funk e alla New Wave, il Boogie avrà una forte influenza nel dare forma e sostanza a quella che sarà chiamata da lì a pochi anni, a Detroit, Techno.

Tornando all’argomento del mixato, la Peoples Potential Unlimited è un’etichetta che sta facendo un ottimo lavoro, ripubblicando oggi tesori perduti di quell’era, spesso fatta di scene locali e dischi stampati in poche centinaia di copie.

Ho pensato di fare un mixato/podcast con alcuni dei loro dischi, estratti da un catalogo ancora piccolo ma già molto vario ed interessante..

Scaricate e buon ascolto!


Peoples Potential Unlimited Mix
by passEnger

Tracklist:

01. Ball Players – American Worker
02. The Midnight Express Show Band – Breeze Up
03. Bozeman & Roberts – Grandma
04. The Midnight Express Show Band – Danger Zone
05. The Pinch – Shot Out
06. Bozeman & Roberts – Working Mama
07. Glass Pyramid – Better By The Minute
08. The Midnight Express Show Band – Danger Zone Demo
09. Glass Pyramid – Country Cowboy (Instrumental)
10. Jim Bennet – Hold That Groove
11. The Midnight Express Show Band – Receiving End

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gen/10

18

“Cosmic Probe” DJ Mix by passEnger

La prima serata del nuovo corso di Just Music Makers (sPAZIO211, 25 Novembre) è andata piuttosto bene, grazie a tutti coloro che hanno partecipato e supportato il nostro sforzo!

Gli artisti invitati hanno soddisfatto ampiamente le aspettative, e veramente si è sentito qualcosa di diverso e stimolante rispetto al solito.
Ecco i link per scaricare i tre set (click destro + salva con nome).

/// Annie Hall
Scarica: Annie Hall | Live @ JMM
Da Madrid, Annie Hall ha dimostrato sul palco di avere un suono pronto per la “serie A” della musica elettronica. Preciso, elegante, melodico, ma intransigente nei beat e nelle bassline, degna erede dell’electro di Detroit più pura, ma contemporaneamente innovativa e proiettata al nuovo.
E’ fresca di uscita la sua prima release su Semantica, e altri lavori arriveranno presto.
Trovate la sua discografia qui: Annie Hall | Discogs
e il suo myspace qui: Annie Hall | Myspace

Annie Hall

/// Vaghe Stelle
Scarica: Vaghe Stelle | Live @ JMM
Un live intenso, personale e senza compromessi. Sicuramente un suono che guarda al futuro immerso in aliene atmosfere, ma intriso però di umane sensazioni. Anche Vaghe Stelle è sicuramente da tenere d’occhio, non può che riservare sorprese nel prossimo futuro.
Intanto è appena uscita la sua prima release digitale “Cicli 1 EP”, su Margot Records, cercatela nei migliori online stores (Beatport, Junodownload, ecc.).
Vaghe Stelle | Myspace

Vaghe Stelle

/// passEnger+xluve
Scarica: passEnger+xluve | Live in the Mix @ JMM
Il nostro set è stato un ibrido tra un dj set e un live, abbiamo incluso tracce che ci ispirano elaborando un flusso sonoro multistrato, aiutati da synth e drummachine.
passEnger | Myspace
xluve | Myspace

passEnger+xluve

..buon ascolto quindi, se qualche traccia dei live vi ha colpito, o per curiosità/opinioni varie, scriveteci e commentate pure!

/// JMM

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Mercoledì 25 Novembre Annie Hall si è esibita live sul palco di Just Music Makers, per la sua prima italiana.
Le abbiamo rivolto alcune domande per conoscerla meglio, buona lettura!

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Annie, il tuo suono ha chiari riferimenti a quello che è l’originario suono electro di Detroit, con la sua devozione per l’equipment analogico e il suo immaginario volto al futuro fatto di tecnologia, macchine, spazio. Ci racconti come è nato il tuo interesse per questo tipo di suono e quali artisti o dischi ti hanno influenzato di più?
La mia attività di DJ inizia con l’electro più purista, Miami Sound, suoni robotici, ecc. Quando scoprii il sound di Detroit fu come tornare a casa, perché in esso trovai tutti gli elementi che amo della musica elettronica ma con un’anima molto soul, e con un grande flow.. Tutto molto musicale e melodico, con influenze spaziali e futuristiche, tutte cose che adoro, da grande appassionata di astronomia, fisica e scienza quale sono sin da quando ero molto piccola. Fu così che iniziai a comprare dischi di techno ed electro di Detroit, finché questi diventarono una parte fondamentale del mio suono e del mio bagaglio; queste stesse contaminazioni mi ispirano quando produco la mia musica.
Per quanto riguarda le mie influenze, è molto difficile per me fare solo alcuni nomi, perché sono molto diverse e non solo di Detroit. Di sicuro le etichette che non mancano mai nella mia valigetta sono Underground Resistance, Warp, Skam, Clone, Frustated Funk, Detroit Underground… Per quanto riguarda gli artisti, di sicuro spazio molto di più, perché non sono stata influenzata solo da artisti elettronici; per citarne solo alcuni, che sviluppano stili diversi, potrei dire James Stinson, Gerald Donald, Autechre, Convextion, Aphex Twin, J Dilla, Carl Finlow, Funckarma, Roy Ayers…

Passando alla tecnologia, ci dici qualcosa sulle tue tecniche di produzione? Come crei le tue tracce? Che sofware e hardware usi?
Nel momento in cui comincio a comporre tutto dipende, sempre, dal mio stato d’animo: non so mai veramente, all’inizio, quale sarà la strada che prenderò. Il punto è trovare quel suono che mi trasmette un sentimento e, a partire da lì, in un modo o nell’altro comincio a lavorare.
All’inizio usavo solamente macchine reali (synth, drum machine ecc.), tutto hardware, è così che ho imparato; più tardi cominciai ad incorporare il software e a lavorare con entrambi contemporaneamente, perché mi piacciono anche alcuni suoni più digitali. Ad esempio mi piace molto usare Reaktor, un software che ti permette di creare i tuoi sintetizzatori e di costruire suoni più elaborati, più nuovi e digitali, con grande forza e grandi opportunità di sperimentazione. Offre molte possibilità al momento della creazione di suoni di sintesi, suoni più elaborati, più nuovi e digitali, ma con grande forza e sapore sperimentale.

annie hall

Parlaci invece del tuo quotidiano, che ruolo ha la musica durante la tua giornata?
La musica ha un ruolo di primo piano nella mia vita, in tutti i sensi, anche nel quotidiano … Ascolto musica in ogni momento, quando lavoro, quando guido, o semplicemente quando sono sdraiata sul divano. Ascolto tutti gli stili di musica, non sempre elettronica. Il mio iTunes ha così tanti stili diversi che a volte mi spavento :)
Di fatto in casa ascolto di tutto e riesco a trarre idee da qualsiasi cosa; credo che questo sia qualcosa che mi arricchisce molto come produttrice, e mi aiuta a superare molte limitazioni al momento della creazione.

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Annie ci ha anche dato una registrazione di un suo dj set da scaricare, buon ascolto!

Scarica il set di Annie qui.

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In occasione della prima session di Just Music Makers, Andrea Pregel ha intervistato Vaghe Stelle, sul nostro palco Mercoledì 25.

Buona lettura!

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Daniele Mana è un giovane musicista, dj e produttore torinese.
Ha un sacco di tatuaggi, ma proprio tanti.
È uno dei fondatori dello studio ASA~AMA, specializzato in progetti editoriali, installazioni artistiche, illustrazioni, grafica e sound design.
Probabilmente negherà l’evidenza, ma è chiaramente un nerd.
Lo abbiamo intervistato in vista della prossima esibizione a sPAZIO211 per il primo appuntamento stagionale di Just Music Makers.

Ciao Daniele, si mormora in giro che tu sia un nerd malinconico. Te la senti di sfatare una volta per tutte queste malignità?
Ciao Andrea. Del malinconico posso andarne anche fiero, è uno stile di vita ormai per me… Del nerd non ne sono molto orgoglioso e ce la metterò tutta con le prossime risposte a dimostrare il contrario.

Mai come nel tuo caso la musica rappresenta una necessità, un’urgenza. Come ha avuto inizio e come è proseguito nel tempo il tuo percorso di ricerca sonora?
Sì, hai ragione, la musica è stata ed è tuttora una via di fuga assolutamente necessaria. All’inizio era solo una questione di ascolto, crescendo e maturando ho sentito il bisogno di esprimere tramite il suono quello che a fatica riuscivo ad esprimere a parole.
Con questa prima risposta mi sono giocato la possibilità di contraddire le voci sulla malinconia, ora se dovessi cominciare a parlarti della mia ricerca sonora verrei catalogato come nerd a vita… Quindi ti dico che non faccio nessuna ricerca e che mi nasce tutto spontaneo perchè sono un figo… un figo vero.

Parlando dei tuoi progetti passati emergono prima i Nice Guys e poi The Pure… Tralasciando l’autocompiacimento nella scelta dei moniker, cos’hanno significato per te queste esperienze?
Ogni progetto è riferito a un momento specifico della mia vita, sia i moniker che la musica raffigurano questi momenti. Il primo con i Nice Guys era un periodo di scoperta in cui mi sono affacciato, con Cris, al mondo della musica in modo serio e professionale; è stato importantissimo e devo molto a quel periodo. The Pure è stato altrettanto importante, perchè ho cominciato a ricercare un suono personale che mi raffigurasse a pieno, ma che fosse nello stesso tempo originale.

Restando in tema di avventure importanti, hai avuto la fortuna e soprattutto il merito di prendere parte alla prestigiosa Red Bull Music Academy a Seattle. Lascia perdere le risposte da nerd…vogliamo il gossip!
Bè… La prima cosa che mi sento in dovere di dire è che la Red Bull crea dipendenza… L’Academy pure!

Parliamo di filosofia. Il 2009 ha segnato per te la chiusura di un ciclo e l’inizio di qualcosa di nuovo…
Non dire la parola ciclo in mia presenza!

Il nome Vaghe Stelle trae concettualmente spunto da Leopardi e Luchino Visconti. Scegli sempre trame allegre…
Sei simpatico… Guarda il film poi mi dici.

Non te la prendere, si fa per scherzare. Noi siamo contro gli stereotipi. Però fallo un sorriso ogni tanto…
(non risponde, ndr)

Ok, ok, la smetto. Dal punto di vista prettamente musicale, il progetto Vaghe Stelle segue traiettorie armoniche ben delineate. Quali sono i principali riferimenti e qual è la direzione che stai intraprendendo?
Vaghe Stelle prende spunto da tutta la scena cosmic e psichedelica, dai Beatles in avanti, passando per il noise e la techno, cercando di far ballare con il suono più personale possibile…

A breve vedranno la luce anche alcune delle tue produzioni…
Sì, a brevissimo uscirà il primo ep, Cicli 1, sulla label italiana Margot Records.

Arriviamo finalmente all’attesa rubrica “L’angolo del nerd”: descrivici i tuoi giocattoli, quali strumenti utilizzi per comporre ed esibirti dal vivo?
Bè, i miei trick per la produzione non te li dico neanche sotto tortura! :)
Amo il suono dei vecchi synth analogici e investo tutti i miei risparmi per collezionarli… Per il live uso un laptop un campionatore e un po’ di controller, tra cui il Monome un bell’oggettino in legno con tante luci colorate…

sPAZIO211 è un punto di riferimento in Italia per tutta la scena musicale indipendente ed è uno dei pochi locali realmente disposti ad accogliere nuovi suoni tra le proprie mura. Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua esibizione?
Che domande, fuoco e fiamme!

Vuoi concludere l’intervista con una frase allegra?
Tristezza a palate.

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La nuova session di Just Music Makers si terrà Mercoledì 25 Novembre, in quel bel club che è sPAZIO 211 a Torino.

La line up include uno dei nostri artisti preferiti: Annie Hall, da Madrid, sarà l’headliner della serata con la sua electro melodica di matrice detroitiana, reinterpretata con un’estetica moderna e una spiccata sensibilità.

Sarà sul palco anche Vaghe Stelle, che presenta il suo live fatto di groove alieni e obliqui; io e xluve completiamo infine la line up con il nostro suono deep techno/electro.

Tutti gli artisti suoneranno live set, aspettatevi un viaggio attraverso suoni che non si sentono spesso in giro.

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